ALL'ITALIANA: il mio meccanico, che credo competente, mi ha detto che è impossibile ottenere un CO2 a norma di legge da una Pegaso a carburatori, risultato: mi manda al collaudo (anche senza filtro dell'aria), la macchina segnala un triste 2.0 anche a palla col motore che sbiella, quella della revisione mi dice "non gliela faccio pagare ma non gliela passo", torno dal meccanico (mio amico) un po' inka, la riporta indietro lui, magia la moto è passata, rimonto il filtro, rifaccio la carburazione, ecco la mia vecchia Peggy elastica e grintosa...
Lasciatemi cantareeee, sono un italianoooooo...
La terra dei cachi.
LIVELLO CO2
- sergio
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Leggi leggi quello che si diceva già nel 2001 riguardo una procedura di controllo che fà "ridere" e che per quanto ne sò ancora non è stata approvata dalla comunità Europea
Nei giorni della 57a Conferenza del Traffico e della Circolazione, la Federazione Motociclistica Italiana intende richiamare l'attenzione su alcuni provvedimenti in fase di preparazione che potrebbero avere pesanti conseguenze per gli utenti di moto e ciclomotori e per la viabilità delle nostre città. Il presidente FMI, Paolo Sesti, ha promosso quindi un'azione informativa redigendo una memoria che nella giornata odierna è stata inviata a tutti le autorità competenti nonché, per conoscenza, alla stampa nazionale ed a quella specializzata. Ecco di seguito il testo:
Alla luce di quanto sta emergendo delle strategie che i comuni italiani intendono mettere in atto nella lotta all’inquinamento, la Federazione Motociclistica Italiana ritiene opportuno fare un’opera di informazione mirata a scongiurare provvedimenti miopi e potenzialmente dannosi. Alcune grandi città italiane stanno ad esempio pensando di adottare la misurazione del CO2, l’anidride carbonica emessa allo scarico, per concedere il ‘bollino blu’. L'iniziativa, che tende a regolamentare l'accesso dei veicoli a motore alla cinta urbana della città in base alle emissioni inquinanti, ricorre a un parametro -la misurazione dell'anidride carbonica- che non risulta idoneo né univoco al raggiungimento dell'obiettivo dichiarato. Nessuna normativa d’omologazione prescrive infatti la misurazione dell’anidride carbonica emessa allo scarico. La direttiva comunitaria 97/24/CE, conosciuta come Euro 1, prevede infatti esclusivamente la misurazione del CO (ossido di carbonio), degli HC (idrocarburi incombusti) e dei NOx (ossidi di azoto). Anche il ben noto decreto Ronchi, che obbliga i sindaci delle grandi città a bloccare il traffico in determinate condizioni d’inquinamento, prende in considerazione il benzene, e non altri inquinanti. In Italia si sta pensando invece di introdurre il ‘bollino blu’ permettendo la circolazione nei centri urbani a tutti i veicoli che avranno un’emissione di anidride carbonica allo scarico superiore a un determinato valore percentuale (10% per i motori 4T e per i 2T Euro 1, 7% per i ciclomotori non Euro 1 e per tutti i 2T, e 6% per i 3 e i 4 ruote oltre che per i veicoli costruiti prima del ‘91). Le argomentazioni contro questa scelta sono numerose e crediamo fondate. È infatti vero che tanto migliore è la combustione tanto più alto è il valore del CO2 presente nei gas di scarico a scapito del CO, ma è anche vero che l’anidride carbonica rimane percentualmente proporzionale al consumo di carburante: la metodica scelta potrebbe insomma premiare chi consuma di più, senza tenere in considerazione che l’anidride carbonica è ufficialmente riconosciuta dannosa per l’effetto serra. L’analisi del CO2, così come è stata pensata, potrebbe dunque andare in contrasto con gli sforzi che si stanno facendo per ridurre i consumi e le emissioni di anidride carbonica in accordo con il protocollo di Kyoto. Di più: i motorini e soprattutto le moto più ecologiche, quelle per intenderci dotate di iniezione e catalizzatore a tre vie, in molti casi emettono anidride carbonica in quantità non sufficiente per superare il test. È realistico pensare di im-postare la campagna del ‘bollino blu’ motociclistico su un test che penalizzerà proprio i veicoli meno inquinanti? Non sarebbe meglio pensare a un’analisi del CO, che è invece la metodica scelta da tutti gli altri paesi, compresa l’Italia, per il settore automobilistico? C’è poi un altro punto sul quale riteniamo si debba fare chiarezza. Si sente dire che alcuni comuni sono intenzionati a vietare la circolazione nel centro storico ai motori due tempi. Il 2T è infatti da sempre considerato assai inquinante. Assolutamente vero per quanto concerne i motori di vecchia generazione, falso per i ciclomotori e gli scooter più moderni. Alcune case hanno infatti investito su questa tecnologia e oggi sono in circolazione veicoli a due tempi che inquinano meno di molti quattro tempi. Veicoli che rispettano già la normativa Euro 2 in alcuni casi, e che sono stati acquistati dagli utenti anche e proprio perché ‘ecologici’. Del resto i limiti imposti dalla normativa Euro 1 sono più severi per il 2T che non per il 4T, e gli oli lubrificanti specifici per 2T non contengono benzene. Non ha dunque senso la crociata contro il due tempi. L’unico parametro veramente importante, se si vuole proibire a chi inquina di più di circolare nei centri storici, è la conformità alla normativa d’omologazione europea 97/24, che prevede limiti per le emissioni nocive dello scarico e per la rumorosità, oltre a delle misure antimanomissione volte a impedire la truccatura dei motorini.
Nei giorni della 57a Conferenza del Traffico e della Circolazione, la Federazione Motociclistica Italiana intende richiamare l'attenzione su alcuni provvedimenti in fase di preparazione che potrebbero avere pesanti conseguenze per gli utenti di moto e ciclomotori e per la viabilità delle nostre città. Il presidente FMI, Paolo Sesti, ha promosso quindi un'azione informativa redigendo una memoria che nella giornata odierna è stata inviata a tutti le autorità competenti nonché, per conoscenza, alla stampa nazionale ed a quella specializzata. Ecco di seguito il testo:
Alla luce di quanto sta emergendo delle strategie che i comuni italiani intendono mettere in atto nella lotta all’inquinamento, la Federazione Motociclistica Italiana ritiene opportuno fare un’opera di informazione mirata a scongiurare provvedimenti miopi e potenzialmente dannosi. Alcune grandi città italiane stanno ad esempio pensando di adottare la misurazione del CO2, l’anidride carbonica emessa allo scarico, per concedere il ‘bollino blu’. L'iniziativa, che tende a regolamentare l'accesso dei veicoli a motore alla cinta urbana della città in base alle emissioni inquinanti, ricorre a un parametro -la misurazione dell'anidride carbonica- che non risulta idoneo né univoco al raggiungimento dell'obiettivo dichiarato. Nessuna normativa d’omologazione prescrive infatti la misurazione dell’anidride carbonica emessa allo scarico. La direttiva comunitaria 97/24/CE, conosciuta come Euro 1, prevede infatti esclusivamente la misurazione del CO (ossido di carbonio), degli HC (idrocarburi incombusti) e dei NOx (ossidi di azoto). Anche il ben noto decreto Ronchi, che obbliga i sindaci delle grandi città a bloccare il traffico in determinate condizioni d’inquinamento, prende in considerazione il benzene, e non altri inquinanti. In Italia si sta pensando invece di introdurre il ‘bollino blu’ permettendo la circolazione nei centri urbani a tutti i veicoli che avranno un’emissione di anidride carbonica allo scarico superiore a un determinato valore percentuale (10% per i motori 4T e per i 2T Euro 1, 7% per i ciclomotori non Euro 1 e per tutti i 2T, e 6% per i 3 e i 4 ruote oltre che per i veicoli costruiti prima del ‘91). Le argomentazioni contro questa scelta sono numerose e crediamo fondate. È infatti vero che tanto migliore è la combustione tanto più alto è il valore del CO2 presente nei gas di scarico a scapito del CO, ma è anche vero che l’anidride carbonica rimane percentualmente proporzionale al consumo di carburante: la metodica scelta potrebbe insomma premiare chi consuma di più, senza tenere in considerazione che l’anidride carbonica è ufficialmente riconosciuta dannosa per l’effetto serra. L’analisi del CO2, così come è stata pensata, potrebbe dunque andare in contrasto con gli sforzi che si stanno facendo per ridurre i consumi e le emissioni di anidride carbonica in accordo con il protocollo di Kyoto. Di più: i motorini e soprattutto le moto più ecologiche, quelle per intenderci dotate di iniezione e catalizzatore a tre vie, in molti casi emettono anidride carbonica in quantità non sufficiente per superare il test. È realistico pensare di im-postare la campagna del ‘bollino blu’ motociclistico su un test che penalizzerà proprio i veicoli meno inquinanti? Non sarebbe meglio pensare a un’analisi del CO, che è invece la metodica scelta da tutti gli altri paesi, compresa l’Italia, per il settore automobilistico? C’è poi un altro punto sul quale riteniamo si debba fare chiarezza. Si sente dire che alcuni comuni sono intenzionati a vietare la circolazione nel centro storico ai motori due tempi. Il 2T è infatti da sempre considerato assai inquinante. Assolutamente vero per quanto concerne i motori di vecchia generazione, falso per i ciclomotori e gli scooter più moderni. Alcune case hanno infatti investito su questa tecnologia e oggi sono in circolazione veicoli a due tempi che inquinano meno di molti quattro tempi. Veicoli che rispettano già la normativa Euro 2 in alcuni casi, e che sono stati acquistati dagli utenti anche e proprio perché ‘ecologici’. Del resto i limiti imposti dalla normativa Euro 1 sono più severi per il 2T che non per il 4T, e gli oli lubrificanti specifici per 2T non contengono benzene. Non ha dunque senso la crociata contro il due tempi. L’unico parametro veramente importante, se si vuole proibire a chi inquina di più di circolare nei centri storici, è la conformità alla normativa d’omologazione europea 97/24, che prevede limiti per le emissioni nocive dello scarico e per la rumorosità, oltre a delle misure antimanomissione volte a impedire la truccatura dei motorini.
Scrivo su questa comunità da un pò prima della fine del 2001 periodo in cui Lucaweb decise di rinominare "Pegasocube.it" in "Apriliaontheroad.com" unendo possessori di Pegaso e Caponord.