... l'è mej piutost. Che, anche se comprensibile, traduco: piuttosto che niente è meglio piuttosto.
Il che vuol dire che i fine settimana passano tra telefonate ai ristoranti e visita ai vari mercatoni per la
scelta dei mobili della mia futura magione. Quindi è ben due fine settimana che non tocco la moto.
Adesso mi reco al lavoro con Adler, dato che il traffico è diventato insostenibile: però, facendo due conti,
estrarre la moto dal box, vestirsi, il viaggio, cambiarsi in tenuta da ufficio, equivale come tempo all'entrare dalla macchina,
fare il traffico, uscire dalla macchina.
E quindi non posso far altro che ammettere che vado al lavoro in moto perchè mi piace andare in moto.
Avvertire, giorno dopo giorno, la temperatura che si abbassa, sentire la pioggia picchiare sul casco, fendere il traffico e fare un poco salutare slalom tra gli autoveicoli.
Il percorso è superstrada-tangenziale nord- viale fulvio testi. Automobili e basta.
Oggi mi sono rotto e ho fatto il percorso che faccio in macchina, passando dai paesi.
E' molto più bello, anche se più faticoso e rischioso. La gente che cammina per la strada, una mamma di colore che accompagnava una bellissima bambina disperata a scuola, un gatto grigio che attraversa la strada con agilità.
E poi l'uomo della nettezza urbana che esce dal supermercato con l'occorrente per il panino, altre mamme che portano a scuola i bambini.
E fermarsi al semaforo e guardare dall'alto la gente dentro le sardomobili: negli occhi puoi leggere la paura di entrare nel mondo e la sicurezza che ti da questo nuovo utero di latta. E poi vedi gli sguardi di altri che vedono la moto, alzano gli occhi e gli leggi dentro la voglia di essere, come te, nel vento.
Lampeggi da Schwarz!
Piutost che 'na gott...
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Re: Piutost che 'na gott...
Io invece devo avere la faccia da culo perché da dentro le macchine mi guardano con odio oppure con la faccia esterrefatta da "ma 'ndo va in moto questo co 'sto freddo?".Schwarz ha scritto:...E fermarsi al semaforo e guardare dall'alto la gente dentro le sardomobili: negli occhi puoi leggere la paura di entrare nel mondo e la sicurezza che ti da questo nuovo utero di latta. E poi vedi gli sguardi di altri che vedono la moto, alzano gli occhi e gli leggi dentro la voglia di essere, come te, nel vento.
Lampeggi da Schwarz!
E allora si fottano, scatta il verde e parto su una ruota...
... ci ho rinunciato a capirli gli automobilisti... a volte sbaglio, e chiedo scusa con un cenno della mano, ma sono molte più le volte che bisognerebbe tirarli giù dalla macchina e gonfiarli di sberle...

Dategli il gas, non fate la guerra.
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Anchio mi faccio 42 chilometri di moto ogni mattina,42 km di camion e macchine nei più classici dei climi della Padania,e ogni mattina giuro trovo un collega che esterrefatto mi chiede come faccio ad andare in moto con quel freddo,con quel traffico,con quegli strani indumenti e con quella moto così ingombrante.Ogni santa mattina a spiegare come una Caponord ti metta le ali meglio di una redbull.Saluti da matts e Muletto