E' tornato.
Inviato: mercoledì 8 ottobre 2003, 20:08
Stasera ho ingrassato la catena, e sono andato a fare benzina.
Faccio il giro dell’isolato. Che comprende la casa in cui sono nato. Questa strada l’avrò fatta migliaia di volte.
Arrivo allo stop, guardo e giro a sinistra per tornare a casa. Improvviso il mio sguardo però ritorna a destra: il ponte sulla superstrada, che come una freccia punta perfetto a ovest.
Il sole è già tramontato, e i colori sono intensi. Giro a destra e salgo sul ponte. Il motore è acceso, e io sono sulla sella della mia motocicletta: ecco il cielo che sfuma in maniera imprendibile dal blu al verde all’arancio, ma non si può indicare con il dito un punto della volta e dire che colore è. Dopo pochi istanti cambia sfumatura, e il riflesso che la luce ha sulle nuvole è meraviglioso. Un colore vinaccia che da forma e sostanza al vapore acqueo, lo rende consistente, pesante. Pezzi di cielo che si possono toccare, assaggiare tanto sembrano vicini.
Ma tutto è là, a dieci km o a dieci metri, tanto non ci arrivo lo stesso. Sento l’aria che sale il ponte e si rompe sul mio viso, e percepisco profumi diversi a quelli dell’estate; c’è quella nota pungente che è la costante di un meraviglioso accordo che permarrà per tutta la stagione. E’ tornato il mio amico Inverno: ritornano nuovi colori e nuovi odori, i cibi cambiano di nuovo sapore e la pelle sente altre sensazioni. Abbasso lo sguardo sulla mia moto e guardo la plastica del cruscotto. Allungo il braccio con delicatezza e sfioro con l’indice il contorno degli strumenti, guardo con occhi nuovi quel quadro che per più di 50.000 km è stato sotto di me.
Rialzo gli occhi e rivedo altri colori e sento altra musica: la vita mi scoppia dentro al cuore. Faccio inversione e torno a casa con un altro ritmo e un altro pensiero.
…. And the road becomes my bride….
Schwarz.
Faccio il giro dell’isolato. Che comprende la casa in cui sono nato. Questa strada l’avrò fatta migliaia di volte.
Arrivo allo stop, guardo e giro a sinistra per tornare a casa. Improvviso il mio sguardo però ritorna a destra: il ponte sulla superstrada, che come una freccia punta perfetto a ovest.
Il sole è già tramontato, e i colori sono intensi. Giro a destra e salgo sul ponte. Il motore è acceso, e io sono sulla sella della mia motocicletta: ecco il cielo che sfuma in maniera imprendibile dal blu al verde all’arancio, ma non si può indicare con il dito un punto della volta e dire che colore è. Dopo pochi istanti cambia sfumatura, e il riflesso che la luce ha sulle nuvole è meraviglioso. Un colore vinaccia che da forma e sostanza al vapore acqueo, lo rende consistente, pesante. Pezzi di cielo che si possono toccare, assaggiare tanto sembrano vicini.
Ma tutto è là, a dieci km o a dieci metri, tanto non ci arrivo lo stesso. Sento l’aria che sale il ponte e si rompe sul mio viso, e percepisco profumi diversi a quelli dell’estate; c’è quella nota pungente che è la costante di un meraviglioso accordo che permarrà per tutta la stagione. E’ tornato il mio amico Inverno: ritornano nuovi colori e nuovi odori, i cibi cambiano di nuovo sapore e la pelle sente altre sensazioni. Abbasso lo sguardo sulla mia moto e guardo la plastica del cruscotto. Allungo il braccio con delicatezza e sfioro con l’indice il contorno degli strumenti, guardo con occhi nuovi quel quadro che per più di 50.000 km è stato sotto di me.
Rialzo gli occhi e rivedo altri colori e sento altra musica: la vita mi scoppia dentro al cuore. Faccio inversione e torno a casa con un altro ritmo e un altro pensiero.
…. And the road becomes my bride….
Schwarz.