C'e' qlc. che ha saputo qualcosa del giro che Aprilia ha fatto in Tunisia con le CN e le Pegaso?
Lamps
APRILIA ADVENTURE RAIDS
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Re: APRILIA ADVENTURE RAIDS
Non c'erano Pegaso, solo Caponord rally raid, le hanno strapazzate ben bene facendogli fare il "toulé ondulé" addirittura con le borse di alluminio piene e attaccate, unico problema due forcelle che regolate male sono arrivate "tremendamente" a fondo corsa e si sono spaccati i tamponi.lello ha scritto:C'e' qlc. che ha saputo qualcosa del giro che Aprilia ha fatto in Tunisia con le CN e le Pegaso?
Lamps
Per il resto pare sia stata una esperienza bellissima con una organizzazione che non ha niente da invidiare alla ParigiDakar, attendiamo report sul portale dell'aprilia network.
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Trascrivo dal portale Aprilia:
"19-11-2003 TIME 17:29
ADVENTURE RAIDS: IL RITORNO DALLA TUNISIA!
Un viaggio nel deserto. Lo sognano tutti, perlomeno quelli che comprano una moto come l’Aprilia Caponord. Una granturismo nata e progettata soprattutto per i grandi viaggi, ma che nella sua veste “Rally Raid” - con gomme tassellate, escursione maggiorata delle sospensioni, valigie di alluminio laterali - strizza l’occhio anche al fuoristrada e, perché no, alla sabbia e alle dune dell’Africa. Come quelle della Tunisia, ideale per una vacanza con la Rally Raid, e dove si è svolto il primo appuntamento dell’Aprilia Adventure Raids, che nel 2004 proporrà a tutti i clienti Aprilia una serie di appuntamenti turistici in Europa e in Africa. Percorrere la Tunisia in moto è stato un qualcosa di indimenticabile e affascinante, che rimarrà a lungo nel cuore e negli occhi, grazie a paesaggi belli e molto variabili, percorsi su asfalto ed escursioni nella sabbia e su pista che soddisfano anche i più esperti, ma comunque superabile anche da chi non ha tanta dimestichezza con la sabbia. Vediamo allora come è andata, ripercorrendo giorno per giorno la cavalcata in terra tunisina.
1° GIORNO - Inizia il viaggio in nave per raggiungere la Tunisia che si rivela alla fine un po’ lungo (24 ore circa), ma la fatica viene ampiamente ripagata. Una volta a Tunisi, il tragitto, messo a punto da Toni Merendino e Beppe Gualini, due grandi dakariani, esperti e appassionati d’Africa, prevede un trasferimento di 80 km su asfalto verso sud in direzione Hammamet, dove si trascorre la prima notte in Africa.
2° GIORNO – 450 chilometri di asfalto, su strade statali piacevoli ma anche un po’ trafficate, con deviazioni lungo il percorso passando tra colline e valli estese. Prima di raggiungere l’oasi di Tazeur, si passa per Sbeitla, antica città romana con ancora alcune rovine da visitare. L’Europa sembra già lontana anni luce.
3° GIORNO – Ecco il primo fuoristrada. Si viaggia in direzione delle oasi di Chebika e Tamerza su piste dure e consistenti. Come dire, il pane della Caponord Rally Raid, perché la bontà della ciclistica e la potenza del motore permetteno una guida disinvolta, piacevole, con la ruota posteriore spesso e volentieri di traverso: una vera goduria. Torniamo sull’asfalto e proseguiamo verso Nefta, vicino al confine con l’Algeria e quindi raggiungiamo dopo circa 250 chilometri dalla partenza Lariguette, villaggio dove è stata girata una scena del film guerre stellari. Qui dormiamo dentro alle tende: si comincia a capire che cos’è veramente il deserto.
4° GIORNO – Gualini spiega come si guida sulla sabbia e come si utilizza il GPS: consigli fondamentali per affrontare le tappe successive. Si riparte su pista e l’obiettivo è quello di raggiungere e attraversare il famoso lago salato di Chott El Djerid. Ma la pioggia caduta nelle settimane precedenti ha reso il fondo una melma impraticabile con la moto e bisogna quindi tornare sull’asfalto. Peccato, ma il panorama ripaga comunque della impossibilità di esibirsi in derapate e sgasate sul lago. In tutto percorriamo circa 200 chilometri e ci fermiamo a Douz, alle porte del deserto, dove si vedono le prime dune. E chi non le ha mai viste prima, non le dimenticherà tanto facilmente.
5° GIORNO – Ecco il deserto, con tutta la sua sabbia, le sue difficoltà. Le istruzione di Gualini sono: guida in piedi sulle pedane, peso indietro e… gas aperto. Facile da dire, difficilissimo da fare. Le cadute sono all’ordine del giorno, ma con un po’ di attenzione e, soprattutto, l’aiuto di Beppe si superano (quasi) tutti gli ostacoli. Si fanno una settantina di chilometri e si arriva al bivacco, tra i cordoni di dune non lontane dall’oasi di Ksarghilane. Si mangia e si dorme nel “nulla”, scambiandosi opinioni sul viaggio, su quello che si è visto e su ciò che è capitato, attorno a un bel fuoco caldo. Semplicemente fantastico!
6° GIORNO – La tappa è corta, circa 40 chilometri, ma piuttosto impegnativa, perché tutta in fuori pista. E così, quando si arriva alla oasi di Ksarghilane, sembra un sogno buttarsi in una piscina di acqua calda termale, tra il verde delle palme. E anche l’albergo ricavato nell’oasi è qualcosa di incredibile, con le camere costruite all’interno di tendoni enormi e accoglienti. Qualcuno, comincia a parlare di “mal d’Africa”…
7° GIORNO- Si viaggia in direzione di Matmata, lungo una pista dura con però delle zone di sabbia, da affrontare con il gas aperto. La sabbia poco alla volta sparisce e si torna su un terreno duro e perfetto per la Rally Raid, dove si superano tranquillamente i 100 km/h. Il paesaggio è piacevolissimo, con le montagne che hanno preso il posto delle dune. Dopo 120 chilometri si arriva a Matmata, dove si visitano le case dei trogloditi, calde d’inverno e fresche d’estate. Le piste sono finite e si torna sull’asfalto per raggiungere Mahres.
8° GIORNO – Da Mahres a Hammamet sono circa 200 chilometri di asfalto, resi comunque piacevoli dal paesaggio e dall’anfiteatro di El Jem, ben conservato. La vacanza sta per terminare.
9° GIORNO – Ci si alza all’alba e si arriva a Tunisi dove ci si imbarca per Genova. Ci sono ancora 24 ore per raccontarsi emozioni e sensazioni davvero speciali, soprattutto per chi prima non era mai stato nel deserto.
A breve tutte le foto, nella sezione dedicata agli Adventure Raids"
Lamps
"19-11-2003 TIME 17:29
ADVENTURE RAIDS: IL RITORNO DALLA TUNISIA!
Un viaggio nel deserto. Lo sognano tutti, perlomeno quelli che comprano una moto come l’Aprilia Caponord. Una granturismo nata e progettata soprattutto per i grandi viaggi, ma che nella sua veste “Rally Raid” - con gomme tassellate, escursione maggiorata delle sospensioni, valigie di alluminio laterali - strizza l’occhio anche al fuoristrada e, perché no, alla sabbia e alle dune dell’Africa. Come quelle della Tunisia, ideale per una vacanza con la Rally Raid, e dove si è svolto il primo appuntamento dell’Aprilia Adventure Raids, che nel 2004 proporrà a tutti i clienti Aprilia una serie di appuntamenti turistici in Europa e in Africa. Percorrere la Tunisia in moto è stato un qualcosa di indimenticabile e affascinante, che rimarrà a lungo nel cuore e negli occhi, grazie a paesaggi belli e molto variabili, percorsi su asfalto ed escursioni nella sabbia e su pista che soddisfano anche i più esperti, ma comunque superabile anche da chi non ha tanta dimestichezza con la sabbia. Vediamo allora come è andata, ripercorrendo giorno per giorno la cavalcata in terra tunisina.
1° GIORNO - Inizia il viaggio in nave per raggiungere la Tunisia che si rivela alla fine un po’ lungo (24 ore circa), ma la fatica viene ampiamente ripagata. Una volta a Tunisi, il tragitto, messo a punto da Toni Merendino e Beppe Gualini, due grandi dakariani, esperti e appassionati d’Africa, prevede un trasferimento di 80 km su asfalto verso sud in direzione Hammamet, dove si trascorre la prima notte in Africa.
2° GIORNO – 450 chilometri di asfalto, su strade statali piacevoli ma anche un po’ trafficate, con deviazioni lungo il percorso passando tra colline e valli estese. Prima di raggiungere l’oasi di Tazeur, si passa per Sbeitla, antica città romana con ancora alcune rovine da visitare. L’Europa sembra già lontana anni luce.
3° GIORNO – Ecco il primo fuoristrada. Si viaggia in direzione delle oasi di Chebika e Tamerza su piste dure e consistenti. Come dire, il pane della Caponord Rally Raid, perché la bontà della ciclistica e la potenza del motore permetteno una guida disinvolta, piacevole, con la ruota posteriore spesso e volentieri di traverso: una vera goduria. Torniamo sull’asfalto e proseguiamo verso Nefta, vicino al confine con l’Algeria e quindi raggiungiamo dopo circa 250 chilometri dalla partenza Lariguette, villaggio dove è stata girata una scena del film guerre stellari. Qui dormiamo dentro alle tende: si comincia a capire che cos’è veramente il deserto.
4° GIORNO – Gualini spiega come si guida sulla sabbia e come si utilizza il GPS: consigli fondamentali per affrontare le tappe successive. Si riparte su pista e l’obiettivo è quello di raggiungere e attraversare il famoso lago salato di Chott El Djerid. Ma la pioggia caduta nelle settimane precedenti ha reso il fondo una melma impraticabile con la moto e bisogna quindi tornare sull’asfalto. Peccato, ma il panorama ripaga comunque della impossibilità di esibirsi in derapate e sgasate sul lago. In tutto percorriamo circa 200 chilometri e ci fermiamo a Douz, alle porte del deserto, dove si vedono le prime dune. E chi non le ha mai viste prima, non le dimenticherà tanto facilmente.
5° GIORNO – Ecco il deserto, con tutta la sua sabbia, le sue difficoltà. Le istruzione di Gualini sono: guida in piedi sulle pedane, peso indietro e… gas aperto. Facile da dire, difficilissimo da fare. Le cadute sono all’ordine del giorno, ma con un po’ di attenzione e, soprattutto, l’aiuto di Beppe si superano (quasi) tutti gli ostacoli. Si fanno una settantina di chilometri e si arriva al bivacco, tra i cordoni di dune non lontane dall’oasi di Ksarghilane. Si mangia e si dorme nel “nulla”, scambiandosi opinioni sul viaggio, su quello che si è visto e su ciò che è capitato, attorno a un bel fuoco caldo. Semplicemente fantastico!
6° GIORNO – La tappa è corta, circa 40 chilometri, ma piuttosto impegnativa, perché tutta in fuori pista. E così, quando si arriva alla oasi di Ksarghilane, sembra un sogno buttarsi in una piscina di acqua calda termale, tra il verde delle palme. E anche l’albergo ricavato nell’oasi è qualcosa di incredibile, con le camere costruite all’interno di tendoni enormi e accoglienti. Qualcuno, comincia a parlare di “mal d’Africa”…
7° GIORNO- Si viaggia in direzione di Matmata, lungo una pista dura con però delle zone di sabbia, da affrontare con il gas aperto. La sabbia poco alla volta sparisce e si torna su un terreno duro e perfetto per la Rally Raid, dove si superano tranquillamente i 100 km/h. Il paesaggio è piacevolissimo, con le montagne che hanno preso il posto delle dune. Dopo 120 chilometri si arriva a Matmata, dove si visitano le case dei trogloditi, calde d’inverno e fresche d’estate. Le piste sono finite e si torna sull’asfalto per raggiungere Mahres.
8° GIORNO – Da Mahres a Hammamet sono circa 200 chilometri di asfalto, resi comunque piacevoli dal paesaggio e dall’anfiteatro di El Jem, ben conservato. La vacanza sta per terminare.
9° GIORNO – Ci si alza all’alba e si arriva a Tunisi dove ci si imbarca per Genova. Ci sono ancora 24 ore per raccontarsi emozioni e sensazioni davvero speciali, soprattutto per chi prima non era mai stato nel deserto.
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