Il cuore in gabbia.
Inviato: mercoledì 24 dicembre 2003, 13:44
La moto non è pronta.
Non so quando lo sarà.
Tutti, qua, vanno in ferie.
Pure gli omini Aprilia. Pure il mio meccanico.
Ed ecco che arriva il Freddo. Ecco che arriva il Vento.
Si accende qualcosa dentro di me, un meccanismo atavico riprende a ticchettare inesorabile, lontano.
Qualcosa nascosto là in fondo, da qualche parte, ricomincia a funzionare.
Dev'esserci un termostato, laggiù.
Qualcosa che comincia a vivere quando la temperatura scende.
Quando uscire di casa diventa difficile, quando andare in moto diventa un impegno.
Non so cos'è: sarà la voglia di misurarsi, sarà il desiderio di vedere fino a che punto si riesce ad arrivare. Sarà quella cosa strana che ha spinto da sempre l'uomo a varcare un limite per il solo fatto che esso esista.
E' tre giorni che mi sveglio e guardo le montagne intorno a me. E' tre notti che vado a letto e che vedo le luci dei paesi sulle prealpi.
Che vado al lavoro e la grigna si stacca dalla pianura come una gigantesca emme ricoperta di neve.
E io che voglio partire, andare, annusare l'odore dell'aria fredda.
Che salgo in macchina solo con la camicia, la giacca sul sedile di dietro.
La macchina lasciata in cortile, dentro è freddissima, il riscaldamento comincia a funzionare quando sono quasi già arrivato al lavoro.
Ma di non essere a posto lo sapevo già. Ma questo freddo, così vitale, così vivace, frizzante e penetrante, era tempo che lo aspettavo.
Ma quest'anno il consueto giro del 30 dicembre sullo Julier salterà.
Porca miseria: quando senti il cuore che vuole aprire il Torace e volare via, perchè quella gabbia è troppo stretta...
Un lampeggio.
Schwarz!
Alessandro Riccardi detto Schwarz
ETV 1000 Capo Nord "Schwarzer Adler"
http://schwarz.splinder.it/
Non so quando lo sarà.
Tutti, qua, vanno in ferie.
Pure gli omini Aprilia. Pure il mio meccanico.
Ed ecco che arriva il Freddo. Ecco che arriva il Vento.
Si accende qualcosa dentro di me, un meccanismo atavico riprende a ticchettare inesorabile, lontano.
Qualcosa nascosto là in fondo, da qualche parte, ricomincia a funzionare.
Dev'esserci un termostato, laggiù.
Qualcosa che comincia a vivere quando la temperatura scende.
Quando uscire di casa diventa difficile, quando andare in moto diventa un impegno.
Non so cos'è: sarà la voglia di misurarsi, sarà il desiderio di vedere fino a che punto si riesce ad arrivare. Sarà quella cosa strana che ha spinto da sempre l'uomo a varcare un limite per il solo fatto che esso esista.
E' tre giorni che mi sveglio e guardo le montagne intorno a me. E' tre notti che vado a letto e che vedo le luci dei paesi sulle prealpi.
Che vado al lavoro e la grigna si stacca dalla pianura come una gigantesca emme ricoperta di neve.
E io che voglio partire, andare, annusare l'odore dell'aria fredda.
Che salgo in macchina solo con la camicia, la giacca sul sedile di dietro.
La macchina lasciata in cortile, dentro è freddissima, il riscaldamento comincia a funzionare quando sono quasi già arrivato al lavoro.
Ma di non essere a posto lo sapevo già. Ma questo freddo, così vitale, così vivace, frizzante e penetrante, era tempo che lo aspettavo.
Ma quest'anno il consueto giro del 30 dicembre sullo Julier salterà.
Porca miseria: quando senti il cuore che vuole aprire il Torace e volare via, perchè quella gabbia è troppo stretta...
Un lampeggio.
Schwarz!
Alessandro Riccardi detto Schwarz
ETV 1000 Capo Nord "Schwarzer Adler"
http://schwarz.splinder.it/