Ho appena finito di leggere una rivista di moto.
Ho visto di tutto: sterrato, pista, turismo in tutto il mondo e dietro casa.
Ad ogni foto sentivo un bruciore maligno aumentare dentro di me, una cosa simile al dolore. Il respiro aumenta incontrollato, qualcosa come un magone ti blocca la strozza, ti asciuga la gola.
Ti si alza la temperatura, e senti i polsi stretti in due manette.
Voglio andare in moto. Mi sbagliavo di grosso quando pensavo che 3300 km tutti in un boccone sulle strade più belle del mondo mi avrebbero saziato per un bel po’.
Un bel po’ sono circa tre settimane, ed è finito l’effetto dell’ultima “dose”.
Mi sento come quando ero ragazzo e volevo il motorino e non l’avevo, e passavo le notti a sognare quel maledetto Ciao nero usato da 300.000 che non mi potevo permettere.
E ho sognato dai 14 ai 24 anni quel cazzo di motore.
Adesso ho delle responsabilità, si gioca sul serio: martedì ho rogitato, ora ho una casa, tra qualche mese mi sposo, e spero che Dio mi darà tanti bambini.
Ma questo, come prevedevo, non pascerà il mio spirito. Perché sono fatto così, ho questo desiderio che non finisce mai, è come un fuoco. Più lo alimenti di ossigeno e di legna, più lui diventa grande e divoratore e più pretende sia il comburente che il combustibile.
Tenerlo a bada è un’impresa titanica ed impossibile, il mio desiderio mai si fermerà.
E voglio una strada che scorre in un prato verde tra un passo alpino e l’altro, voglio la Route des Grandes Alpes, voglio fare il mondo dal sudafrica a caponord, voglio vedere le repubbliche baltiche. Mi manca il Sud Tirolo e le sue leccornie a colazione e a cena, voglio di nuovo la Baviera e i suoi prati immensi. Ridatemi i passi alpini di roccia e di blu, con l’aria che ti entra nella testa e ti strappa il cuore dal petto per farlo volare in mezzo alle nubi bianche.
Pensavo di aver visto un gran bel pezzo del mio paese, e che una volta messi nel carniere le strade ed i passi avrei goduto di un po’ di respiro.
Povero illuso: ora hai solo più luoghi da voler rivedere, e ti è aumentata la sete per quelli ancora sconosciuti.
Spero che voi mi comprenderete, che questa mia voglia lacerante non sia una mia malattia, che questa immensa, gigantesca e titanica voglia di vivere non sia una pura illusione senza speranza, che questo grande viaggio sia già la meta.
Vi abbraccio.
Schwarz.
P.s.
Quando cazzo si organizza un giretto dignitoso in montagna????
ovviamente
